Gesto
No es verdad que no pasó nada
cuando sacaste la mano del bolsillo
y con el brazo estirado cortaste el aire
de izquierda a derecha
de arriba a abajo
pasó que con el brazo estirado
cortaste el aire
y eso tuvo su peso
el aire no es más como antes
está cortado
Construcciones y trenes pierden brillo,
envejecen, se decoloran con el tiempo,
invaden el beige de la niebla.
La antracita perdura, abajo, negra,
frágil, dura, reflejos de metal,
tierra cerrada y vieja
de luces apagadas.
Entiendo los signos, los mojones calcinados
del lindero,
el ala del fósil clavada en la costa
las manos contraídas de los compañeros
náufragos muertos en el golfo sin mar.
Puede darse que haya mañana otra hoguera
no la abierta la radiante combustión
que mancha el aire de humo y de amaranto,
la sofocante pérdida del alma
nosotros encastrados en la sombra.
Pienso en la lluvia, en las cenizas, en el
silencio
que el huracán deja amalgamados
en la vírgen lápida de barro
donde legiones de hombres y de bestias
vendrán otra vez a imprimir
un tránsito en el mundo,
al alba ignorantes del negro
corazón del mundo.
Bartolo Cattafi, Italia, 1922-1979
versiones © Gerardo Gambolini
imagen: de Wikipedia
Gesto
Non è vero che non successe nulla
quando tirasti fuori la mano dalla tasca
e a braccio teso tagliasti l’aria
da sinistra a destra
dall’alto verso il basso
successe che a braccio teso
tagliasti l’aria
e ciò ebbe il suoi peso
l’aria non è più come prima
è tagliata.
quando tirasti fuori la mano dalla tasca
e a braccio teso tagliasti l’aria
da sinistra a destra
dall’alto verso il basso
successe che a braccio teso
tagliasti l’aria
e ciò ebbe il suoi peso
l’aria non è più come prima
è tagliata.
Antracite
Fabbriche e treni perdono lucore,
invecchiano, sbiadiscono col tempo,
sconfinano nel bigio della nebbia.
L’antracite perdura, abbasso, nera,
fragile, dura, riflessi di metallo,
terra chiusa e remota
a lumi spenti.
invecchiano, sbiadiscono col tempo,
sconfinano nel bigio della nebbia.
L’antracite perdura, abbasso, nera,
fragile, dura, riflessi di metallo,
terra chiusa e remota
a lumi spenti.
Ne intendo i segni, i cippi calcinati del
confine,
l’ala del fossile confitta sulla costa
le mani rattrappite dei compagni
naufraghi morti nel golfo senza mare.
Può darsi avvenga domani un altro rogo
non l’aperta l’allegra combustione
che macchia l’aria di fumo e d’amaranto,
la soffocante perdita dell’anima
noi incastrati nell’ombra.
l’ala del fossile confitta sulla costa
le mani rattrappite dei compagni
naufraghi morti nel golfo senza mare.
Può darsi avvenga domani un altro rogo
non l’aperta l’allegra combustione
che macchia l’aria di fumo e d’amaranto,
la soffocante perdita dell’anima
noi incastrati nell’ombra.
che l’uragano lascia amalgamati
nella vergine lapide di melma
dove drappelli d’uomini e di bestie
verranno ancora a imprimere
un transito nel mondo,
all’alba ignari sul nero
cuore del mondo.
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